La storia della Torre del Califfo trae le sue origini da molto lontano, nella seconda metà del XVI secolo, quando diventò indispensabile programmare una difesa delle coste che consentisse di individuare in tempo i temuti assalti pirati.
Precisamente, nel 1563 il Duca d’Alcalà Don Parafan de Ribera ordinò la costruzione di un sistema di torri, su tutta la costa del Regno di Napoli, l’una in vista dall’altra. Una serie ininterrotta di fortificazioni, per il controllo visivo delle coste e per la difesa del territorio.
In particolare, nel 1564 fu emanato l’editto che riguardava la Costiera Sorrentina ed Amalfitana.
La torre di Vettica di Amalfi – dove oggi rinasce la Torre del Califfo – venne posta sul costone roccioso, al margine della Strada Provinciale Agerolina – oggi SS366. Tale posizionamento strategico consentiva il dominio sull’intero tratto di Costiera Amalfitana compreso tra il Capo di Vettica e la punta estrema di Amalfi, grazie al diretto collegamento visivo con le torri poste rispettivamente sui due capi.
Ciò consentiva di percepire eventuali segnali visivi, e fronteggiare in tempo le invasioni delle flotte musulmane e turche; oltre ad offrire un indispensabile rifugio alla popolazione, in caso di pericolo. La torre, ubicata lungo una via di accesso al territorio agricolo, consentiva un più agevole e rapido riparo ai contadini, in caso di invasioni.
La costruzione tipica della torre, con schema a piramide tronca, prevedeva degli ampi ambienti quadrati che garantivano una massima capienza ed ospitalità.
Il piano terra, sottoposto alla strada principale e collegato ad una piccola area agricola di pertinenza della torre, presentava un grande ed unico ambiente che fungeva da magazzino e da riparo per i contadini in caso di attacco. Il piano superiore, posto a livello della Strada Agerolina, destinato all’alloggio dei torrieri e munito di cucina . E sotto i due ambienti, una cisterna, collegata ai piani superiore da due rispettivi pozzi, che è possibile osservare ancora oggi grazie alla preziosa opera di recupero da noi effettuata.
Nel tempo la torre, divenuta di proprietà privata, ha subito diverse ristrutturazioni che ne hanno permesso una più moderna abitabilità, ricavandone 4 appartamenti per uso abitativo privato.
Nel 2023 si apre la possibilità di acquisto per uno degli appartamenti della torre. L’appartamento in vendita era proprio quello ubicato nella sezione dell’antica torre forse più carica di storia e di vissuto, ovvero quella che offriva accoglienza e riparo ai contadini dei terreni limitrofi in caso di attacco.
Pierluigi, appassionato di storia ed ospitalità amalfitana, ed impegnato nella riqualificazione e ristrutturazione di edifici, scorge subito la preziosa opportunità di riportare alla luce un pezzo di storia della Costa d’Amalfi, restituendone, anche, la sua più intima vocazione all’accoglienza.
Parte così un intenso ed appassionato lavoro di restauro della torre, per riportare alla luce quei dettagli autentici di costruzione che, purtroppo, erano stati stratificati dalla modernità delle ristrutturazioni avvenute nel tempo.
Grazie a questa profonda ed appassionata conoscenza, ed amore, per il valore storico del luogo, è stato possibile recuperare parte delle mura originarie della torre, costruite in pietra calcarea, e che oggi è possibile ammirare all’interno di alcune delle stanza dell’appartamento.
Lo stesso lavoro di recupero e riqualificazione è stato sapientemente riservato alla cisterna, che oggi ospita un’affascinante camera da letto, e la SPA. Così come i due pozzi, uno dei quali, interamente riportato alla luce ed adeguatamente preservato, diventa parte dell’emozionante doccia della spa.
La parete rocciosa, riemersa, diventa parte di un armadio a vista. Mentre, lo spazioso ambiente originariamente dedicato al rifugio dei contadini, si trasforma, oggi, nella zona giorno, con un’ampia ed illuminata cucina che integra le moderne comodità nel rispetto di un’autenticità del luogo, che ancora oggi è possibile percepire.
La storia della Torre rivive, oggi, nel magico ed accogliente Relais “Torre del Califfo”.